Lapenna (Pps): rilanciare economia agricola lucana

"La Regione Basilicata deve tutelare maggiormente i cittadini lucani e soprattutto i coltivatori della nostra terra, in quanto la nostra è principalmente una regione a vocazione agricola, dove però l'agricoltura vive uno dei momenti più difficili, non solo a causa degli eventi calamitosi ma, soprattutto per una scarsa attenzione della politica e delle associazioni di categorie". È quanto dichiara il segretario regionale Udeur- Popolari per il Sud, Sergio Lapenna.
"A tutto ciò – prosegue –  si aggiunge anche il dilagante fenomeno dell’abusivismo commerciale di prodotti ortofrutticoli, in particolare nel capoluogo, che mette in evidenza tre fenomeni preoccupanti: l'evasione fiscale, la viabilità, ma soprattutto l'aspetto igienico-sanitario, poiché non è dato conoscere la qualità e la provenienza della merce venduta.  Infatti- afferma Lapenna – le normative in materia di sicurezza alimentare prevedono espressamente che i prodotti agricoli messi in vendita devono indicare il luogo di provenienza, quindi la loro tracciabilità e l’etichettatura dei prodotti che stabilisce l'obbligo di riportare l'indicazione del luogo di origine e l'eventuale presenza di ogm in qualunque fase della catena alimentare. Ciò diventa fondamentale per la nostra regione che confina con la Puglia e la Campania, da cui provengono la maggior parte dei venditori ambulanti abusivi, due territori che balzano spesso agli onori della cronaca per i gravissimi problemi ambientali. Infatti – aggiunge Lapenna – dagli ultimi dati diffusi dall'Arpac, Agenzia regionale di protezione ambientale della Campania, è emerso che a Giugliano, comune-paesone alle porte di Napoli sono stati trovati pozzi d’acqua avvelenati tant'è che si parla di vero e proprio disastro ambientale entro il 2064. Questi dati riportati da un geologo che su indicazione della Dda di Napoli ha svolto le analisi in quanto la zona è stata avvelenata da ben 14 mila tonnellate di percolato, secondo alcune dichiarazioni di un pentito, sono stati purtroppo confermati sia dalla perizia del geologo che dalle analisi dell’Arpac. Il dato allarmante è che i pozzi d'acqua avvelenati contengono sostanze cancerogene, con tricloro e il tetracloro etilene, ma la cosa drammatica è che la zona è ricca di coltivazioni di pesche, mele, peperoni, broccoli, fragole, susine. Ai contadini è stato detto di non usare l’acqua dei pozzi, ma non sono stati apposti i dovuti sigilli. Tutto ciò è il risultato di rifiuti pericolosi provenienti da tutt'Italia che invece di essere trattati secondo le normative in materia sono stati seppelliti nelle discariche.
Proprio per questo motivo la Regione Basilicata, oltre ad intensificare i controlli su prodotti potenzialmente pericolosi, dovrebbe adottare una serie di misure per valorizzare e rilanciare l'economia locale. Invece – conclude Lapenna – molti degli agricoltori lucani si sentono abbandonati e se oggi i riflettori sono puntati sul metapontino colpito gravemente dalle ultime calamità, vi sono zone del potentino, come l'area del Marmo- Platano_-Melandro completamente dimenticate che, invece, offrono una qualità dei prodotti eccellente a inquinamento zero".

BAS 05

    Condividi l'articolo su: