“Il giudizio di parifica parziale emesso dalla Sezione di Controllo della Corte dei Conti è migliore rispetto alle altre e per questa ragione siamo fiduciosi”: lo ha detto il presidente della Regione, Vito Bardi. “Nel corso degli anni – ha continuato – si deve migliorare raccogliendo gli indirizzi della Corte. Su alcuni settori ci sono ancora delle criticità, ma stiamo lavorando soprattutto in sanità con la creazione di una commissione ad hoc per fronteggiare le liste d’attesa. E’ un meccanismo da rodare, ma che sono certo porterà miglioramenti”. Il commento di Bardi fa seguito alla pronuncia del giudizio di “parificazione parziale” della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la Basilicata, presieduta da Giuseppe Tagliamonte, con tre eccezioni, del rendiconto generale della Regione Basilicata, sull’esercizio 2024, come da richiesta del procuratore regionale Antonio Nenna, rispetto ai limiti precisati nella sua requisitoria, nella quale è stato giudicato “in netto peggioramento, rispetto alla perdita del 2022” il risultato in termini di spesa sanitaria. Per l’esercizio 2023, la spesa sanitaria della Regione Basilicata ha registrato una perdita di 46,5 milioni di euro. “Permane l’esigenza – ha continuato Nenna – di assicurare la piena sostenibilità finanziaria del Servizio Sanitario Regionale nel rispetto dei Livelli essenziali di assistenza, che riportano un punteggio superiore alla soglia della sufficienza nelle macroaree della Prevenzione ed Ospedaliera, ma un punteggio modesto e in peggioramento rispetto al 2021 e 2022, nelle aree Distrettuali”. Nella requisitoria, il procuratore ha evidenziato tra gli altri punti, il ritardo di sei mesi con il quale la Regione Basilicata ha approvato il Documento di Economia e Finanza regionale per il 2024 e di quasi due mesi per l’approvazione del bilancio di previsione per il triennio 24-26. Riguardo all’attuazione del Pnrr, il totale di finanziamenti in Basilicata ammonta a un miliardo e 125 milioni di euro, dei quali la Regione risulta responsabile dell’attuazione di investimenti per il 15,3% delle risorse complessive. Per quanto riguarda Acquedotto Lucano, società partecipata che gestisce il servizio idrico integrato, secondo i magistrati contabili “agisce in virtù di un affidamento diretto trentennale, ma in assenza di un sistema di effettivo controllo da parte dei soci, con possibili conseguenze in termini di responsabilità amministrativa contabile a carico degli amministratori”. Tra gli altri dati emersi, è inferiore al valore medio del triennio 2011/2013, la gestione del personale che ammonta a 52 milioni di euro, rispetto ai 60 precedenti. Per quanto attiene alle società partecipate, Nenna ha evidenziato una diminuzione del 55 % dei trasferimenti passati da 354 a 229 milioni.