Medici continuità, Leggieri e Perrino: tavolo con Ministero

Per i consiglieri regionali del M5s “occorre aprire un tavolo con il Ministero per trovare una soluzione”

&ldquo;Paradossale &egrave; la vicenda che stanno vivendo i medici del servizio di Continuit&agrave; assistenziale al centro di una storia tipica italiana&rdquo;. E&rsquo; quanto sostengono i consiglieri regionali del Movimento cinque stelle, Gianni Leggieri e Giovanni Perrino, che continuano: &ldquo;appare a dir poco surreale che oggi la Regione Basilicata richieda la restituzione di somme erogate a favore dei medici di Continuit&agrave; assistenziale (ex guardie mediche) quando era stata la stessa Regione a riconoscere tali indennit&agrave;, nell&rsquo;ambito della contrattazione di secondo livello&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Ricordiamo – affermano Leggieri e Perrino – che il servizio di Continuit&agrave; assistenziale garantisce l&rsquo;assistenza medica di base per situazioni che rivestono carattere di non differibilit&agrave;, cio&egrave; per quei problemi sanitari per i quali non si pu&ograve; aspettare fino all&rsquo;apertura dell&rsquo;ambulatorio del proprio medico curante o pediatra di libera scelta. Il medico di continuit&agrave; assistenziale pu&ograve; prescrivere farmaci, per terapie non differibili, pu&ograve; rilasciare certificati di malattia per un periodo massimo d&igrave; tre giorni e pu&ograve; proporre il ricovero ospedaliero. I presidi di Continuit&agrave; assistenziale &ndash; continuano i consiglieri – sono disposti su tutto il territorio regionale e, spesso, sono ubicati in zone periferiche ed isolate. Il Medico di continuit&agrave; molte volte isolato ed &egrave; costretto a spostarsi per gli interventi del caso con il proprio mezzo. Gli spostamenti spesso avvengono nel cuore della notte e senza alcuna protezione e tutela. Tali condizioni di lavoro, unitamente alla particolarit&agrave; del territorio della nostra regione, hanno portato in passato a riconoscere con apposito accordo, un incremento di 0,50 euro/ora di servizio come indennit&agrave; per &lsquo;usura automezzo&rsquo;&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Che oggi si arrivi a disconoscere questo accordo &ndash; sottolineano Leggieri e Perrino – ed a chiedere la restituzione delle somme erogate in questi anni, bench&eacute; a seguito dell&rsquo;intervento della Corte dei Conti, senza aprire alcun tavolo di dialogo e di concertazione e senza interrogarsi su chi siano i responsabili di questa situazione kafkiana, &egrave; il segno del poco rispetto che la Regione Basilicata mostra nei confronti della categoria dei medici di continuit&agrave;, nonch&eacute; di tutti i cittadini cui &egrave; rivolto questo indispensabile servizio. Il rischio, infatti, &egrave; quello di mettere in ginocchio intere famiglie e di colpire duramente i medici di continuit&agrave; che, oltre a vedersi drasticamente ridotto lo &lsquo;stipendio&rsquo; (causa l&rsquo;eliminazione delle indennit&agrave;), ora vedono calare sulla loro testa la spada di Damocle della restituzione delle somme percepite negli anni e dichiarate illegittime&rdquo;.<br /><br />&ldquo;E&rsquo; chiaro che la questione merita un approfondimento &ndash; fanno rilevare Perrino e Leggieri – da parte della politica regionale e si rende indispensabile portare la questione anche sui tavoli romani, trattandosi, peraltro, di una problematica non legata esclusivamente alla nostra Regione. Gi&agrave; a giugno, il M5s tramite formale richiesta al Presidente della quarta Commissione consiliare, aveva richiesto un&rsquo;audizione delle parti coinvolte. In quella occasione &ndash; ricordano gli esponenti del Movimento cinque stelle – si &egrave; avuto modo di ascoltare sia i medici che alcuni dei dirigenti degli uffici regionali, ma l&rsquo;assurda richiesta delle restituzioni non era ancora stata disposta dalla Giunta regionale. Tra l&rsquo;altro, la cosa pi&ugrave; sconcertante, &egrave; che a seguito della richiesta a dedurre della Corte dei Conti, la Regione, anzich&eacute; argomentare, ammette l&rsquo;errore e scarica gli oneri (non si capisce con quale legittimit&agrave;) sull&rsquo;anello pi&ugrave; debole: i medici che hanno assicurato il servizio per anni. Appare allora improcrastinabile &ndash; concludono Leggieri e Perrino – trovare soluzioni condivise con il Ministero della Salute per evitare il salasso ai danni dell&rsquo;intera categoria nonch&eacute; per garantire la prosecuzione delle prestazioni. Se, poi, dietro tale situazione dovesse celarsi la volont&agrave; di cancellare il servizio dell&rsquo;assistenza di continuit&agrave;, si abbia almeno il coraggio di dirlo e di essere chiari con i medici e con i cittadini&rdquo;.<br />

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